"Alcuni
apologisti cristiani si sono impossessati delle più recenti teorie
sull'atomo. Queste teorie tendono a dimostrare che le leggi fisiche,
che abbiamo sostenute fino ad ora, contengono una certa verità,
soltanto se applicate a un grande numero di atomi, mentre l'elettrone
individuale si comporta da fuorilegge.
A
mio giudizio, siamo in una fase di transizione e, quanto prima, i
fisici scopriranno anche le leggi che regolano i fenomeni minimi, per
quanto queste leggi possano essere considerevolmente diverse da
quelle della fisica tradizionale. A questo proposito vale la pena
osservare che le attuali dottrine riguardanti i fenomeni minimi non
hanno rapporto con ciò che è di importanza pratica. I movimenti
visibili, anzi tutti i movimenti di qualche importanza, coinvolgendo
un grande numero di atomi, rientrano nell'ambito delle vecchie leggi.
Per scrivere un poema o commettere un assassinio, ritorno al nostro
esempio, occorre muovere una discreta massa di inchiostro o di
piombo. Gli elettroni che compongono l'inchiostro possono danzare
liberamente nella loro piccola sala da ballo, ma questa, nel suo
complesso, si muove secondo le vecchie leggi fisiche, e questo
soltanto interessa il poeta e il suo editore. Le attuali teorie
sull'atomo non hanno, quindi, apprezzabili rapporti con quei problemi
di interesse umano, dei quali si occupano i teologi. Il libero
arbitrio rimane quel problema che è sempre stato." [B.R.]
Forse
va cambiata qualche espressione, ma la sostanza di questa
osservazione è assolutamente inattaccabile e oggi non sono tanto i cristiani che usano le teorie subatomiche in modo ridicolo, bensì i fautori del modello standard delle scienze sociali (che comprende filosofi che non capiscono le emergenze dalla fisica alla società e anche alcuni fisici pochissimo preparati in filosofia).