Quando leggo che Philip Lieberman invoca il paragone con gli scacchi a scopo anti-innatistico in linguistica, sostenendo che non abbiamo nel cervello aree specifiche per gli scacchi, mi viene da rispondere solo: "vaffanculo". Non è giusto che io debba ancora oggi imbattermi in queste vere e proprie stronzate. Conosce egli qualche bambino di due anni e mezzo che gioca a scacchi? Le regole di base per muovere le pedine degli scacchi sono in qualche modo paragonabili per difficoltà alle complessità della grammatica? Provate a spiegare a uno straniero le regole dei clitici italiani, per fare un esempio, o le regole della più banale delle flessioni a quelle persone normalissime, che però hanno Foxp2 mutante.
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