Wednesday 14 January 2015

Seneca contro gli omicidi di Stato

Brano durissimo contro lo Stato; il testo risulta  anacronistico nell'aggettivo "gloriosum" della prima riga; infatti oggi si danno nomi comici alle stragi, ad esempio Enduring freedom (sotto si può leggere la glossa letterale italiana)

Homicidia conpescimus et singulas caedes: quid bella et occisarum gentium gloriosum scelus? Non avaritia, non crudelitas modum novit. Et ista quamdiu furtim et a singulis fiunt minus noxia minusque monstruosa sunt: ex senatus consultis plebisque scitis saeva exercentur et publice iubentur vetita privatim. Quae clam commissa capite luerent, tum quia paludati fecere laudamus. Non pudet homines, mitissimum genus, gaudere sanguine alterno et bella gerere gerendaque liberis tradere, cum inter se etiam mutis ac feris pax sit. Adversus tam potentem explicitumque late furorem operosior philosophia facta est et tantum sibi virium sumpsit quantum iis adversus quae parabatur accesserat.


Reprimiamo gli omicidi e gli assassini singoli: e allora cosa (dire) delle guerre e del vanaglorioso crimine dello sterminio di popolazioni? L’avidità, la crudeltà non conoscono misura. E finché queste (stragi) sono compiute di nascosto e da singoli individui sono meno nocive e meno mostruose: azioni atroci vengono compiute sulla base di decreti del senato e di decisioni del popolo e si comanda in nome dello stato quello che è proibito in privato. Quei delitti che, compiuti di nascosto, verrebbero puniti con la pena di morte, noi li approviamo perché li hanno commessi (uomini) in divisa militare. Gli uomini, che pure sono una specie mitissima, non si vergognano di godere delle reciproche stragi, di condurre guerre e di tramandarle ai figli da continuare, mentre persino le bestie e le fiere mantengono la pace tra di loro (qui vuole dire che i conflitti intraspecifici tra gli animali sono molto rari – cosa in realtà non vera). Contro un furore così potente e ampiamente diffuso la filosofia è diventata più operosa e ha assunto tante forze quante avevano acquisito quei mali contro i quali si preparava (a combattere) [lett. “ha assunto tanto di forze quanto si era aggiunto a quei mali contro i quali (la filosofia) veniva preparata (a combattere)”].

3 comments:

  1. Nel saggio "L'aggressività", Konrad Lorenz conclude che in realtà la violenza interspecifica non è così letale come si potrebbe pensare (in pratica dà abbastanza ragione a Seneca).
    Non ricordo con precisione le osservazioni e le argomentazioni ma il concetto è che l'aggressività fra membri di un gruppo è largamente ritualizzata e una serie di opportuni "accorgimenti" rendono piuttosto difficile che un individuo perda la vita.
    Però può anche darsi che in certe cose Lorenz sia un po' superato.
    Ciao.

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  2. Grazie per la segnalazione. Ci sono comportamenti di controllo del territorio, ad esempio tra i leoni, che richiedono l'uso della violenza, ma di sicuro facendo un bilancio avranno ragione Seneca e Lorenz!

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